CAMBIA LA FORMA MA NON LA SOSTANZA!
Per oltre trent’anni i C.P.O. Gramigna (e l’esperienza della Marzolo Occupata) sono stati un punto di rifermento cittadino, e non solo, per tutti quei giovani che non volevano accettare passivamente i soprusi, le ingiustizie e le contraddizioni che questa società ci impone; per chi sognava un mondo diverso, migliore e cercava il modo per poterlo costruire. Chiunque abbia attraversato le porte di quelle occupazioni e si sia speso realmente per farle vivere, è stato mosso dalla consapevolezza che una società più giusta è possibile e che sta solo nella lotta e nelle nostre mani la possibilità di ribaltare un sistema basato sul profitto, sulla guerra e sullo sfruttamento dell’essere umano e dell’ambiente, rimettendo al centro i reali interessi di classe. Ogni iniziativa, dibattito, benefit, corteo o manifestazione promossi dal C.P.O. erano mossi dalla consapevolezza della necessità della rivoluzione, dalla necessità di opporsi e non scendere a patti con i rappresentanti della classe dominante, con gli speculatori e gli imprenditori di turno, i cui unici interessi risiedono nel profitto e che al massimo concedono qualche briciolina affinché nessuno intralci i loro piani. Anche nelle serate più ludiche abbiamo sempre cercato di portare avanti una socialità non mercificata e più sana rispetto a quella che ci viene imposta, che ci isola o ci fa sballare per evadere da un mondo triste ed insoddisfacente. La collettività, la musica, il poter stare insieme anche senza grosse quantità di denaro sono sempre stati principi fondamentali anche di semplici serate con concerti o spettacoli teatrali.
Decine di collettivi studenteschi, di solidarietà o di vertenze specifiche sono nate negli anni in quegli spazi di libertà che permettevano a chiunque volesse organizzarsi di avere un posto e la tranquillità per poterlo fare.
Da tutti questi percorsi sono nati e cresciuti compagni che hanno portato avanti la militanza anche oltre la soglia dell’occupazione con comitati di lotta per la casa, associazioni di quartiere, gruppi di lavoratori, collettivi di solidarietà internazionalista e contro la repressione, coordinamenti antifascisti, mobilitazioni contro la guerra imperialista, … Con il proseguire delle varie esperienze ci siamo anche resi conto della necessità di avere un filo conduttore, di avere un ambito politico che tirasse le fila di tutto il lavoro che i compagni portavano avanti nella loro quotidianità, con un obiettivo chiaro e unico, che canalizzasse le energie per riuscire effettivamente ad ottenere dei risultati ottimali. Per anni la gestione del C.P.O. Gramigna ha sopperito a questa necessità di dibattito politico, che andasse oltre i singoli aspetti o le singole vertenze, che sopperisse alla fame di conoscenza che nasceva soprattutto nei più giovani. Queste riunioni e questo tipo di organizzazione hanno avuto uno sviluppo negli anni, iniziando prima a staccarsi dal centro popolare (animato anche da realtà diverse), per arrivare oggi alla nascita del Collettivo Politico Comunista “Levante”, che si pone proprio l’obiettivo di esprimere la linea politica rivoluzionaria che ci ha sempre contraddistinto nella nostra città e di raccogliere attorno a sé compagni militanti e chiunque abbia voglia di organizzarsi e lottare per abbattere questo sistema e per costruire un mondo che rimetta al centro gli interessi di classe.
Ci rivendichiamo tutto quello che è stato il nostro passato, il nostro piccolo bagaglio personale che ha fatto crescere ognuno di noi e non escludiamo che più avanti, se i giovani di Padova dovessero sentire la necessità di un nuovo spazio di conflitto, si possano riaprire i percorsi dei Centri Popolari a Padova. Il Collettivo Politico Comunista “Levante” sarà sempre al loro fianco.
Continuerete a trovarci nelle strade, nelle piazze e in ogni conflitto che si verrà a creare a Padova e nella società in cui viviamo!
Con l’augurio di un nuovo e sorprendente anno di lotta, vi lasciamo con le parole di chi, prima di noi, si è posto il problema della costruzione di una società comunista senza più classi, guerre e sfruttamento:
“Quanto più grande è la spinta spontanea delle masse, quanto più il movimento si estende, tanto più aumenta, in modo incomparabilmente più rapido, il bisogno di coscienza nell’attività teorica, politica e organizzativa della socialdemocrazia.”
Lenin, Che fare?
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