COLLI PARTIGIANI! vol.II
Seconda edizione dell’escursione in alcuni dei luoghi più significativi della Resistenza nei Colli Euganei attraverso le vicende dei loro protagonisti
PROGRAMMA DELLA GIORNATA
SABATO 4 MAGGIO dalle 14.30
Partenza e arrivo presso l’osteria El Panevin
(di fronte a Villa Vescovi – via T.Livio 4 – Torreglia PD)
Preappuntamento a Padova ore 14.00 in p.zzetta Caduti della Resistenza (rione Palestro)
per riempire le macchine e per chi necessita di passaggio.
Concentramento ore 14.30 all’Osteria El Panevin
Ⓟ Parcheggio presso il vicino cimitero comunale (200m)
Partenza escursione ore 15
Anello: Villa Vescovi – Terre Bianche – Monte Pirio – Villa Vescovi
Durata anello 3.30 ore circa con pause e interventi storico/politici
5,5km ca. – 300m dislivello – 2 ore di camminata effettiva
Percorso semplice per tutti anche bambini se un minimo abituati a camminare.
L’unica parte più impegnativa fino alle roccette del Pirio è facoltativa per chi se la sente.
Consigliamo a tutti di portare una scorta d’acqua e un cappellino da sole.
Ritorno all’Osteria El Panevin sulle 19
♪ Chiusura, aperitivo, buffet
♪ Dalle 20 musica live con i Senza Tempo
Canti popolari e di lotta
PRESENTAZIONE DELL’INIZIATIVA
“In ogni casa c’era la nostra casa e furono certamente questo calore umano e questa solidarietà che ci permisero di continuare la lotta nonostante il cinico abbandono degli alleati in questo periodo“.
Le parole di Eros Mocellini, commissario politico del 2° Battaglione garibaldino Audace attivo nei Colli Euganei durante la Resistenza, sono molto esaurienti su come fosse unita la rete di appoggio tra i partigiani e la popolazione locale euganea. Un’intesa e un rapporto di fiducia reciproco che è la base essenziale di ogni lotta di liberazione.
Fu così per la Resistenza italiana, è così oggi per la Resistenza palestinese.
I partigiani dei colli erano quasi tutti giovanissimi contadini e operai, conosciuti dalla popolazione civile che non fece mai mancare loro conforto, assistenza, cibo, rifugio e affetto, spesso con rischi altissimi, mentre una parte di essa contribuì a sostenere il servizio informativo partigiano attraverso il ruolo delle staffette. All’indomani dell’8 settembre 1943 la lotta partigiana si propagò in tutti, e ben oltre, i Colli Euganei spesso unendosi a nord est con la Resistenza della provincia di Vicenza, e sud ovest con quella di Verona e Legnago.
Queste “isole in mezzo al mare” furono gli unici potenziali nascondigli nell’orizzontale pianura padana non solo per i partigiani ma anche per alcuni soldati alleati, per i prigionieri fuggiti dal campo di concentramento di Chiesanuova o per le centinaia di profughi del rione Arcella che nei colli trovarono protezione e aiuto dopo che il loro quartiere fu completamente distrutto dai bombardamenti inglesi.
Lo svolgersi della Resistenza nei Colli Euganei non trova molto spazio nella storiografia ufficiale, eppure narra di eventi carichi di grande forza ed eroismo, nonché in certi casi anche di tragicità.
Gli attori sono persone semplici e umili che si trovarono a essere protagonisti di una storia molto più grande di loro.
I continui sabotaggi di ferrovie e tralicci elettrici, il “piano in stile” della brigata Paride, il sequestro del commissario del fascio di Montagnana, la temeraria operazione della brigata Silvio Trentin alla stazione di Montegrotto.
E ancora le gesta del comandante Alba, i continui furti di dinamite nelle cave del Monterosso, gli scontri armati del battaglione Audace contro la Casa del Fascio di Teolo e Rovolon e l’attacco alla caserma delle brigate nere di Bresseo, l’azione dinamitarda a Valsanzibio della brigata Pierobon.
Ma anche le stragi nazifasciste di Luvigliano e di Montemerlo, il Collegio Vescovile di Este trasformato in camera di tortura, il campo di concentramento di Vò, i sanguinosi bombardamenti degli alleati ad Abano e sul Monte Solone.
Tutti questi esempi, assieme a molti altri, rappresentano avvenimenti che ostacolarono concretamente l’apparente invincibile macchina da guerra nazifascista offrendo così, pur a un prezzo di vite altissimo, un contributo fondamentale all’intera lotta di Liberazione della provincia di Padova.
Con la memoria alle azioni dei partigiani contro gli occupanti tedeschi e i collaborazionisti fascisti, non possiamo che volgere lo sguardo verso i recenti fatti in Palestina.
Da 76 anni il popolo palestinese, grazie alla sua determinazione e all’unità con il fronte della Resistenza armata, resiste e contrattacca ad una feroce occupazione militare che in questi mesi sta rivendicanto di fronte al mondo tutta la sua natura razzista e genocidaria. Il sostegno delle “democrazie” occidentali all’entità sionista, come le sfacciate politiche di riarmo e preparazione alla guerra, ci dicono chiaramente che la causa palestinese è molto più vicina di quanto possa sembrare, che l’opposizione all’imperialismo e alla guerra è tornata ad essere una necessità storica per le masse popolari di tutti gli angoli del mondo.
LA MEMORIA DI IERI PER LA LOTTA DI OGGI!
INTIFADA FINO ALLA VITTORIA!
L’escursione si svolge nel cuore dell’attuale Parco Regionale dei Colli Euganei attraverso il Monte Solone e il Monte Pirio incrociando alcuni cippi partigiani e ripercorrendo degli episodi rilevanti della guerra partigiana, cercando di inquadrarne altri nella toponomastica dell’area.
La durata dell’escursione è di circa 4 ore (circa 2 ore di camminata effettiva) e richiede un passo sufficientemente allenato con scarpe da trekking.
Consigliamo a tutti i partecipanti anche una scorta d’acqua e un cappellino da sole.
Durante la camminata s’incrociano anche alcune peculiarità paesaggistiche, sia botaniche che minerali, dei Colli Euganei che li hanno resi un’area ambientale protetta.
MATERIALI RACCOLI – archivio in costruzione sulla Resistenza nei Colli Euganei
Nella preparazione di questa iniziativa abbiamo raccolto diversi materiali, consigli di lettura, documentari e altro legati alla resistenza nei colli e nel territorio euganeo. Per valorizzare il lavoro svolto abbiamo deciso di raccoglierli qui di seguito come modesto contributo alla nostra memoria storica partigiana e antifascista.
I giorni del sangue e del fuoco
Durante gli ultimi giorni di guerra, al finire dell’aprile 1945, le truppe tedesche ormai alla sbando, in fuga verso le Alpi incalzate dai partigiani e dall’avanzata degli alleati, assassinano più di 50 persone e ne arrestano a centinaia, sopratutto nella zona meridionale dei Colli Euganei, vicino Este e Baone, e nei paesi attorno Montagnana.
L’armata rossa è alle porte di Berlino e i nazisti sanno che la loro fine è vicina aumentando la loro furia omicida.
È in particolare il 27 aprile il giorno delle stragi: la mattina una fattoria a Santa Margherita D’Adige viene data alle fiamme e uccisi tutti i membri della famiglia tra cui donne, ragazzi e braccianti per rubare loro il bestiame. Ma a caro prezzo: due tedeschi cadranno per il piombo dei coraggiosi contadini! Stessa sorte tocca alla fattoria successiva. Ormai la rabbia nazista colpisce alla cieca. Vengono uccisi persino passanti in bicicletta e giovani rastrellati precedentemente. Nel pomeriggio a Valle San Giorgio vengono uccisi tutti i componenti maschili di una famiglia tra cui un ragazzino di undici anni da una granata. Contemporaneamente nella vicina Este i partigiani sequestrano le armi ad alcuni convogli tedeschi e fanno diversi prigionieri. Altri militari germanici accorsi perquisiscono quasi tutto il paese uccidendo nove persone, tra cui due operai. A Vo’ cade un partigiano durante uno scontro a fuoco con un’autocolonna tedesca. Il 28 aprile viene liberata Padova ma nei Colli è ancora guerra aperta. In particolare a Lozzo Atestino dove, attaccata da giovani partigiani, una colonna tedesca reagisce con due rappresaglie facendo 120 prigionieri.
“I giorni del sangue e del fuoco volgono alla fine. La pioggia riprende a cadere quasi a voler spegnere gli ultimi tizzoni fumanti tra le rovine delle case incendiate”.
Dal libro La Resistenza tra Adige e Colli Euganei. Di Francesco Selmin
L’eccidio di Vallarega
1ma tappa – cippo in memoria dell’Eccidio – via Vallarega
Nell’allora contrada Vallarega a Luvigliano di Torreglia, il 16 novembre 1944, per rappresaglia contro l’uccisione di un soldato della X Armata della Wehrmacht vennero fucilati sul posto sette ostaggi civili: cinque di questi, appartenenti alle formazioni partigiane, erano stati prelevati quindici giorni prima in una fattoria, poi data alle fiamme, in un’azione di rastrellamento a Galzignano Terme. L’ordine fu dato dal comandante tedesco, capitano Lembke, il boia dei Colli Euganei, di stanza ad Este. I cadaveri vennero appesi per due giorni ai grandi platani del viale sotto il Palazzo dei Vescovi. Lembcke intimò inoltre al podestà di Torreglia di prelevare 20 uomini da deportare in Germania. Dalle informazioni che si hanno, sembra che grazie a l’intervento del vescovo di Padova e del comandante militare della piazza di Torreglia, maresciallo Kaiser, l’ordine venne revocato.
Soltanto dopo qualche giorno fu possibile dare sepoltura agli sventurati; mentre non fu possibile identificare i due partigiani aggiunti da Lembke alla lista della rappresaglia. Quasi subito furono identificati gli altri cinque: Ernesto Celadin, di anni 55, proprietario della fattoria bruciata; Ernesto Giacomin, di anni 24, fidanzato di una delle figlie del Celadin; Danilo Agostini, di anni 19, da Pernumia; Andrea Sorgato, di anni 21, da Saonara e il partigiano sovietico Alessandro Skirko.
Questa vicenda che è parte integrante della memoria storica della Resistenza, è ancora di più radicata nel territorio Euganei: qualche anno fa i platani monumentali dov’era o stati impiccati i partigiani sarebbero dovuti essere abbattuti perché colpiti da una fitopatologia. La mobilitazione degli abitanti fermò la decisione costringendo l’amministrazione comunale a investire in una cura fitosanitaria che salvo’ i “platani dei sette martiri” mantenendoli dei testimoni viventi della storia.
Per approfondire:
https://it.wikipedia.org/wiki/Eccidio_di_Vallarega
http://www.centrostudiluccini.it/wp-content/uploads/2019/09/2.pdf
1944: L’eccidio di Vallarega (docu-film 2014 https://youtu.be/QBJn32FjBu0)
Riccardo Polito vittima innocente dell’assurdità della guerra
2nda tappa – cippo in ricordi di Riccardo Polito
Riccardo Polito fu un civile ucciso il 23 aprile 1945 da un “Pippo”, il soprannome gergale degli aerei della RAF inglese, mentre sorvolava i Colli Euganei per colpire la sede della decima armata della Wermacht presente a Luvigliano di Torreglia. Riccardo era nel giardino di casa costruita su un’altura del Monte Solone.
All’improvviso comparvero gli aerei inglesi provenienti da nord, in particolare da Montemerlo dove avevano da poco bombardato la sede radio delle truppe naziste, e vedendolo dall’alto lo scambiarono per un soldato tedesco e gli sganciarono contro un razzo da 60 libbre.
Riccardo lasciera’ una moglie in attesa del sesto figlio.
Non fu di certo l’unico civile ucciso ingiustamente dal fuoco alleato. Gli inglesi bombardarono anche Abano Terme per distruggere dei convogli tedeschi di armi ed esplosivo. In quell’occasione persero la vita dieci civili.
Senza dimenticare anche i terribili bombardamenti della stazione di Padova che provocarono più di duemila morti e la distruzione quasi totale del quartiere Arcella.
Alleati o nemici nessuno esce da una guerra senza colpe.
L’ultima rappresaglia di Lembcke (libro) di Claudio Ghiotto
Alba, maestro e partigiano (podcast) di Sergio Giorato
Ricondividiamo questi tre podcast sulla storia del partigiano Alfredo Balasso da Teolo nome di battaglia “Alba” prodotti per il 25 aprile dell’anno scorso da Segio Giorato, docente di un istituto padovano.
Le tre parti ripercorrono la storia del partigiano Alba dalla scelta di partecipare alla resistenza dopo il famoso dirscorso del rettore Marchesi del 9 novembre 1943, la formazione della banda “Gasparotto”, aderente al II° battaglione Audace della brigata Garibaldi, le prime azioni tra l’attuale via dei Colli che collega Padova ai Colli Euganei e via Scapacchiò verso Saccolongo, gli effetti del “proclama Alexander” e gli ultimi mesi fino alla liberazione.
Alba, maestro e partigiano – prima parte
Alba, maestro e partigiano – seconda parte
Alba, maestro e partigiano – terza parte
Podcast originali di Sergio Giorato: https://www.spreaker.com/show/guerra-e-resistenza-a-teolo
In foto: targa in ricordo di Alfredo Balasso attaccata durante la prima escursione del 2023.
Ci sono libri che cambiano il corso della storia…
… e altri che cambiano la vita di una persona!
Nel 1945 dopo la fine della guerra il capitano Willy Lembcke, responsabile della Wermacht per il controllo della zona meridionale di Padova, riesce a fuggire a Berlino. Durante il secondo conflitto mondiale aveva stabilito la propria sede presso il Collegio Vescovile di Este che usava come camera di tortura. Faceva strappare le unghie, folgorava gli arrestati con le scosse elettriche o li faceva affogare nei pozzi con mani e piedi legati. Alcuni storici hanno calcolato che fu inoltre il mandante di decine e decine di esecuzioni a morte nei Colli Euganei.
Riparato in Germania già nel 1945 diventa un ricco agente di commercio. Conduce una vita normale come tantissime altre SS o come la maggior parte degli stragisti neofascisti italiani degli anni ‘70 mai perquisiti dalla giustizia borghese. Alla fine degli anni ‘60 viene citato in giudizio dalla magistratura tedesca, ma il processo non inizia neanche. Alcune vittime italiane però, difese da un giovane avvocato di Verona che aveva accettato di difenderle a costi modesti, continuano la loro denuncia contro Lembcke. Quest’avvocato raccoglie come prove alcuni libri di Ferdinando Camon, uno scrittore di Padova che aveva raccontato in forma di romanzo gli eccidi tedeschi dei partigiani contadini dei Colli Euganei.
In particolare nei primi tre libri de “Il ciclo degli ultimi”, una saga sul sottoproletariato dei Colli della prima metà del Novecento.
I libri che erano già stati tradotti in Germania, vengono utilizzati come documenti a carico di Lembcke, nella doppia lingua italiana e tedesca. La notte precedente la prima udienza Lembcke guarda in tv una trasmissione sulle rappresaglie tedesche nei Colli. Ha in mano la documentazione del processo e gli viene un infarto. Viene ricoverato d’urgenza e muore in ospedale.
Potenza dei libri? Forse! Anni dopo Camon dichiarò “questi libri furono come un colpo di fucile, sparato dall’Italia alla Germania, per colpire al cuore un nemico della mia gente”.
Ironia del destino? In Germania una legge stabilisce che se un cittadino tedesco è accusato di crimini che possono infangare la sua memoria, ma muore prima della condanna, ha diritto che tutte le prove vengano distrutte. Di conseguenza, tutte le atrocità e nefandezze commesse dall’esercito nazista nei Colli Euganei e dintorni è come se non fossero mai avvenute. Anche per questo continuano ad essere essenziali i libri che ne parlano. Testimoni indelebili di quegli eventi!
24 aprile 1945: i dodici combattimenti di Torreglia e la morte del partigiano Guido Povoleri.
A Torreglia già dai primi mesi del 1944 era presente un gruppo partigiano di circa 25 uomini diretto dal comandante Antonio Zorzi e che rispondeva al secondo battaglione “Audace” della Brigata Garibaldi di Padova, il battaglione più numeroso ed attivo presente nei Colli Euganei durante la guerra di liberazione.
I partigiani guidati da Zorzi furono protagonisti di numerosi attacchi a camion e colonne tedesche ma è durante il 24 aprile 1945 che si distinsero per aver impegnato le truppe naziste occupanti in ben dodici combattimenti in nove diverse località dei colli nonostante il loro numero esiguo.
In una di queste battaglie, nei boschi di contrada Vallorto rimase ucciso da una raffica di mitra il giovane partigiano Guido Povoleri di Torreglia.
Non fu mai dimenticato dai suoi paesani e negli anni a venire: oltre ad essere ricordato ogni 25 aprile durante le celebrazioni istituzionali, gli saranno dedicati tre cippi commemorativi in sua memoria.
28 aprile 1945. L’eccidio di San Benedetto delle Selve
La lotta di Liberazione nel territorio di Abano Terme”.